LA GENESI DEL SENTIERO DELLA PACE
I primi cantieri vennero aperti nel 1986 impiegando lavoratori espulsi dai cicli produttivi aziendali e ricollocati in attività di pubblica utilità grazie al “Progettone”, strumento di politica attiva del lavoro adottato nella Provincia autonoma di Trento dai primi anni ‘90
Sono passati più di cento anni dalla fine del Primo conflitto mondiale, un evento che ha cambiato la storia dell’Europa e segnato indelebilmente quella del Trentino, coinvolto fin dal 1914 in quanto provincia dell’Impero austro-ungarico.
Con l’entrata in guerra dell’Italia, dal 1915 al 1918 questa terra di confine divenne un unico campo di battaglia, un lungo fronte che ha attraversato valli e si è inerpicato su montagne e ghiacciai, palcoscenico di una continua sfida con gli elementi naturali, prima ancora che contro il nemico.
“Saliente Trentino”, così passò alla storia la linea del fronte tra queste montagne. Un saliente fatto di trincee dove uomini affrontavano il freddo in chilometri di buche che rasentavano le creste di cime abissali, al di sopra dei 2500 mt di altitudine, dove resistevano abbarbicati e circondati da fuoco amico o nemico, tanto era uguale, su più fronti.
Il Trentino ha rielaborato quel drammatico periodo storico, diventando un dinamico laboratorio di convivenza e dialogo, ma senza mai rinunciare al dovere della memoria.
Il Sentiero della Pace, riconoscibile dal segnavia che riproduce una colomba, unisce con un filo rosso la rete dei 19 musei dedicati alla Grande Guerra, 20 forti austroungarici, chilometri di trincee, camminamenti, gallerie e altre opere dell’ingegneria militare che raccontano con immediatezza le vicende di un secolo fa e che possiamo considerare un grande e diffuso "Parco della Memoria".
L’idea di realizzare dei percorsi escursionistici lungo il fronte delle Alpi orientali, sulle rovine lasciate dalla Grande Guerra risale al 1973 e si deve all’austriaco Walther Schaumann che coinvolse nel suo progetto l’associazione “Amici delle Dolomiti - Vie della Pace” e numerosi volontari.
Successivamente, tra il 1986 e il 1991, la Provincia autonoma di Trento ha realizzato il Sentiero della Pace che attraversa tutto il Trentino dal confine con la Lombardia a quello con il Veneto.
Proprio nel 1986, la Provincia Autonoma di Trento aveva istituito il “Progetto speciale per l’occupazione attraverso la valorizzazione delle potenzialità turistiche ed ecologico-ambientali”, comunemente ribattezzato il “Progettone”, per trovare una soluzione all’emergenza occupazionale della metà degli anni ’80. Claudio Fabbro, giovane ingegnere civile con una delle prime lauree a indirizzo ambientale, alpinista esperto con la passione della storia, fu incaricato di dirigere i lavori e restituire visibilità alle innumerevoli tracce di questa memoria diffusa sul territorio.
“Nell’estate dell’86 - ricorda Claudio Fabbro che è anche autore del volume “La Grande Guerra e il Sentiero della Pace” (Reverdito Editore, 2016) - abbiamo fatto lavorare 650 operai sui sentieri e negli alvei dei torrenti ridotti ad immondezzai da ripulire. Geometri e tecnici distribuiti in 4 comprensori hanno iniziato a mettere a terra il progetto. Non c’era il gps, solo bussole, altimetri, carta, penna, matita e tavoletta. Il sentiero è stato battuto metro per metro, intervenendo solo su sentieri già esistenti, il 60% dei quali era di proprietà della SAT. Sono stati tutti ripuliti e le squadre di tecnici hanno impiegato tre anni e mezzo solo per tracciarlo.”
Le fortificazioni giunte fino a noi meglio conservate e che il Sentiero della Pace collega, sono state a loro volta al centro di un complesso progetto di recupero architettonico e di restauro da parte della Soprintendenza per i Beni culturali - Ufficio Beni architettonici della Provincia autonoma di Trento. Anche questo è un ulteriore tassello che ha restituito memoria a luoghi per decenni nascosti dalla vegetazione e degradati dalle intemperie e dal tempo.
Gli stessi Musei dedicati alla Grande Guerra si sono moltiplicati proprio a seguito dell’interesse verso una memoria storica fortemente presente nelle vallate e nelle comunità trentine che ha consentito un ulteriore grande lavoro di recupero.
Appena finita la tragedia di quella guerra, i campi di battaglia, le fortificazioni si popolarono di nuova umanità: erano i recuperanti per necessità, di rame e ferro, per mera sussistenza e che rischiavano di saltare in aria ogni volta che maneggiavano gli ordigni recuperati. E spesso andava proprio così.
Solo dopo sono arrivati i recuperanti per passione.
“La maggior parte dei documenti originali non sono stati ritrovati sulle cime, ma nelle soffitte…”, ricorda Claudio Fabbro. Perché è proprio qui che la squadra di Claudio Fabbro ha recuperato carte topografiche, fotografie, diari, indispensabili per rimappare quei percorsi e, appunto, ricollegare le memorie.
Successivamente in occasione del Centenario della Prima guerra mondiale, tra il 2014 e il 2018, il Servizio per il Sostegno Occupazionale e la Valorizzazione ambientale della Provincia autonoma di Trento ha realizzato una serie di lavori di controllo, manutenzione e ripristino sul tracciato sempre sotto la direzione dell’ing. Claudio Fabbro.
Siamo arrivati ai giorni nostri: nell’estate 2023, la Provincia autonoma di Trento e Trentino Marketing hanno incaricato il team Va’ Sentiero di effettuare una ricognizione completa sul Sentiero della Pace, per testarne la percorribilità, valutare eventuali varianti necessarie per rendere più agevole il percorso e realizzare una nuova guida escursionistica digitale. L’obiettivo del progetto è di comunicare il Sentiero della Pace ad un vasto pubblico specialmente di giovani e promuovere una mobilità lenta e sostenibile lungo il Sentiero stesso: per accrescere la fruizione di questo itinerario, per camminare, ma anche riflettere e riconciliarsi con una natura e un paesaggio straordinari. estendere la fruizione del percorso. Nel corso del 2024 Va' Sentiero curerà alcuni eventi con un format partecipativo sul finire dell’estate per portare le persone a camminare sul percorso promuovendone la fruizione.
“Camminare lungo il Sentiero della Pace - hanno scritto i ragazzi di Va’ Sentiero - è molto più di un'esperienza di trekking. Lungo le tappe sfilano innanzi a noi montagne di grande bellezza. L'Adamello, il Carega, il Pasubio, il Lagorai. Le attraversiamo portando nello zaino le pagine di Emilio Lussu, Un anno sull'altopiano. È forte il contrasto tra la bellezza degli scenari e il pensiero della violenza che vi si è consumata; tra la semplicità dei paesaggi, la pulizia delle loro linee, e la retorica ridondante delle targhe disseminate tra i luoghi di battaglia, spesso firmate dagli stessi generali che mandavano al macello gli "eroi della Patria". Mentre il ritmo dei passi scandisce i pensieri, ci chiediamo cosa provassero quegli uomini, ridotti a larve nelle trincee e nelle gallerie, attorniati dalla stessa bellezza che oggi ci ammalia, e afflitti da un persistente sentimento di morte. E cosa significhi, oggi, vivere in pace. Viviamo in pace, quando la disuguaglianza tra nord e sud del mondo si fa sempre più impietosa? Quando le conseguenze del nostro stile di vita cambiano volto al pianeta e si ripercuotono violentemente sulla condizione dei popoli, sui loro bisogni, sul loro sviluppo? Quando la funzione di un algoritmo sostituisce il nostro gusto, il nostro pensare, la nostra empatia? Più che un messaggio, questo sentiero porta con sé delle domande; e, lusso oggi raro, dà il tempo di riflettere sulle personali risposte.”
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Va’ Sentiero (www.vasentiero.org) è il progetto di un gruppo di giovani che hanno deciso di cambiare vita e realizzare una spedizione per documentare e promuovere il Sentiero Italia e le Terre Alte italiane, basata su una filosofia semplice: walk, discover, share - camminare, scoprire, condividere. La condivisione, in particolare, è stata sia digitale (attraverso i social, il sito, i media partner) che analogica, grazie al format partecipativo, grazie al quale oltre 3000 persone hanno camminato coi ragazzi di Va’ Sentiero. In tre anni (2019-’21) la spedizione ha completato il Sentiero Italia attraversando ambienti, stagioni e climi diversi, dando vita a questa esperienza collettiva unica. Dopo la spedizione sul Sentiero Italia, Va’ Sentiero ha portato il proprio format su nuovi territori e nuovi sentieri, in tutta Italia, come il Sentiero della Pace o il Cammino Naturale dei Parchi.