LA BELLEZZA DELL’ARTE NELLE PROPOSTE DEI MUSEI

Dosso Dossi al Castello del Buonconsiglio, una retrospettiva sul pittore Bartolomeo Bezzi tra le Valli di Sole e Non e il MART, dove si prolunga la mostra su Klimt; l’omaggio della Valle dei Mocheni al fotografo “cronista” Flavio Faganello

LA BELLEZZA DELL’ARTE NELLE PROPOSTE DEI MUSEI  #1
LA BELLEZZA DELL’ARTE NELLE PROPOSTE DEI MUSEI #1
LA BELLEZZA DELL’ARTE NELLE PROPOSTE DEI MUSEI  #2
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LA BELLEZZA DELL’ARTE NELLE PROPOSTE DEI MUSEI  #3
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LA BELLEZZA DELL’ARTE NELLE PROPOSTE DEI MUSEI  #4
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LA BELLEZZA DELL’ARTE NELLE PROPOSTE DEI MUSEI  #5
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LA BELLEZZA DELL’ARTE NELLE PROPOSTE DEI MUSEI  #6
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LA BELLEZZA DELL’ARTE NELLE PROPOSTE DEI MUSEI  #7
LA BELLEZZA DELL’ARTE NELLE PROPOSTE DEI MUSEI #7

 

CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO

I VOLTI DELLA SAPIENZA. DOSSO E BATTISTA DOSSI NELLA BIBLIOTECA DI BERNARDO CLES, 1 luglio – 22 ottobre 2023

Tra la fine del 1531 e i primi mesi del 1532 Dosso Dossi con l’aiuto del fratello Battista è impegnato nella decorazione della biblioteca del principe vescovo Bernardo Cles nel Magno Palazzo del Castello del Buonconsiglio di Trento. Per la sala che doveva ospitare la preziosa e ricca collezione di libri antichi del cardinale trentino Dosso Dossi pensa ad una decorazione imponente. Sulle pareti realizza affreschi (in gran parte perduti) mentre per i cassettoni del soffitto dipinge una serie di diciotto dipinti su tavola di abete rosso raffiguranti saggi, filosofi e oratori dell’antichità. Saranno proprio le tavole restaurate e le immagini dei sapienti, filosofi e saggi, a partire dall’arte antica, il filo conduttore della mostra che sarà inaugurata il 30 giugno al Castello del Buonconsiglio di Trento intitolata “I volti della sapienza. Dosso e Battista Dossi nella Biblioteca di Bernardo Cles” visitabile fine al 22 ottobre 2023. Sarà una incredibile e straordinaria opportunità di vederle per la prima volta da vicino grazie allo smontaggio e restauro (attualmente in corso proprio nella Libreria clesiana) e di conoscere le numerose vicissitudini che hanno interessato queste opere. La mostra, curata da Vincenzo Farinella e Laura Dal Prà, vedrà esposte accanto alle tavole, un centinaio di opere tra sculture, stampe, volumi e dipinti, come il celebre quadro raffigurante Eraclito e Democrito di Donato Bramante proveniente dalla Pinacoteca di Brera, i busti in marmo di Omero e Cicerone concessi in prestito dai Musei Capitolini di Roma e dagli Uffizi, le due magnifiche tele del Dosso provenienti dal museo canadese Agnes Etherington Art Centre e dal museo americano Chrysler e ancora opere del Moretto, Salvator Rosa, Andrea Pozzo, Mattia Preti, Luca Giordano, Vincenzo Grandi, Albrecht Dürer e Josè de Ribera. Le tavole saranno quindi messe a confronto da una parte con dipinti aventi lo stesso soggetto ma realizzati da altri pittori, dall’altra con opere di Dosso Dossi e di Battista eseguite poco prima o poco dopo gli anni di attività a Trento,  questo per mettere a fuoco il problema della collaborazione dei due fratelli.


E fino al 1 ottobre gli spazi del Castello del Buonconsiglio ospiteranno la mostra monografica Sergio Perdomi. Fotografo in Trentino Alto Adige/Südtirol 1919-1935, dedicata a Sergio Perdomi (1887-1935), dal 1920 apprezzato fotografo dell'Ufficio Belle Arti, poi Regia Soprintendenza di Trento. Una ricca selezione di oltre 170 opere restituisce la poliedrica personalità del fotografo, attivo anche come editore e primo vero fotoreporter del Trentino. Le sue foto sono uno straordinario spaccato di vita, costume e società: un tuffo nelle atmosfere - e nelle contraddizioni - di 100 anni fa.

 

 

I DIECI ANNI DEL MUSE – MUSEO DELLE SCIENZE

A luglio il MUSE – Museo delle Scienze si prepara a festeggiare i suoi primi 10 anni con tante novità, eventi e progetti partecipativi. Dal 27 luglio 2013, giorno dell’inaugurazione, a oggi hanno varcato le porte del museo disegnato da Renzo Piano oltre 4 milioni di persone. Un progetto unico nel panorama italiano che, come afferma il direttore Michele Lanzinger, “ha cambiato il volto della città. Un museo che attraverso lo studio e il racconto della natura e delle meraviglie della scienza si è rivelato attrattore turistico e volano di sviluppo per il territorio”. C’è una data: sabato 22 luglio 2023. È questa la giornata individuata dal museo per festeggiare il suo decimo compleanno. Una grande festa che porterà al MUSE dalle 16 alle 3 del mattino 10 ore non stop di spettacoli, concerti e performance di artisti di strada che intrecciano i linguaggi della scienza a quelli dell’arte. E ancora danze aeree e video mapping inediti per raccontare la storia del Pianeta Terra dal passato per proiettarsi nel futuro con un concerto di Colla Zio. Tutte le novità legate al decennale saranno costantemente aggiornate sulla pagina web dedicata: www.muse.it/10-anni-muse/

Il mondo è un unico grande organismo vivente, da cui si generano le differenze che sono legate da un’anima universale, l’anima del mondo. Anima Mundi, la mostra a Palazzo delle Albere ideata dal Presidente del MUSE Stefano Zecchi e curata da Beatrice Mosca, è un’esperienza museale inedita proposta fino a 29 ottobre 2023. Come in un teatro il sipario si apre sulla messa in scena di nove giostre che girano senza posa mostrando le opere di grandi artiste e artisti, ciascuna simbolo degli opposti, l’una il contrario dell’altra. Un percorso espositivo immersivo, dinamico, che conduce visitatrici e visitatori, tra suoni, narrazioni di luce e installazioni scenografiche, alla scoperta di vita e morte, luce e tenebra, terra e acqua, sole e luna, angeli e demoni, origine e divenire, animali che volano e camminano tra sogno e realtà. All’inizio e alla fine di questa rappresentazione scenica la grande e spettacolare “”Giostra della Vita” (“Carousel of life”) dell’artista belga Koen Vanmechelen: un magnifico omaggio alla bellezza e alla diversità della vita tra creature reali, ibride e fantastiche, che trascende confini, linguaggi, culture, per celebrare l'unicità di ogni creatura che abita il nostro pianeta, ricordandoci il perpetuo movimento della vita.

È invece dedicata al rapporto tra umanità e mondo selvatico in città la mostra “Wild City. Storie di natura urbana” e sarà visitabile fino al 5 novembre 2023. I Sapiens di rado si rendono conto che la città è popolata da molti esseri viventi che, con strategie e soluzioni adattive spesso sorprendenti, sono riusciti a insediarsi in questo ambiente di origine antropica. La mostra affronta quattro temi fondamentali per comprendere il nuovo ecosistema urbano: le minacce e gli ostacoli che la città pone agli esseri viventi non umani; le opportunità che la città offre; l'ambiente cittadino come driver dell’evoluzione; le interazioni positive, conflittuali e di coesistenza tra l’essere umano e le altre specie in contesto urbano. www.muse.it

 

BARTOLOMEO BEZZI (1851-1923) MOSTRE E CELEBRAZIONI NEL CENTENARIO DELLA MORTE, 16 giugno 2023-marzo 2024

Bartolomeo Bezzi è considerato, dopo Segantini, il più importante pittore trentino dell’Ottocento, nonché uno dei principali promotori artistici nell’Italia del suo tempo. Originario di Ossana in Val di Sole, dove nacque nel 1851, compì la propria formazione artistica all’Accademia di Brera e divenne ben presto una figura di spicco dell’ambiente artistico milanese. Trasferitosi a Venezia nel 1890, contribuì in modo determinante alla fondazione della Biennale, che gli dedicò una mostra personale nel 1914. Negli ultimi anni di vita si ritirò a Cles, nel suo Trentino, dove morì l’8 ottobre 1923 dopo un lungo periodo di inattività. I suoi temi preferiti furono il paesaggio e la veduta, ma occasionalmente si cimentò anche con il ritratto e le scene di genere, con una particolare propensione alla rappresentazione della figura umana dal vero. Nel centenario della morte dell’artista, la sua figura sarà celebrata in Trentino attraverso quattro esposizioni commemorative, che ne andranno a documentare la sua vasta produzione pittorica e grafica, mentre un convegno di studi offrirà una ulteriore occasione di approfondimento a tutto campo. Le iniziative prenderanno avvio a Castel Caldes il 16 giugno 2023 e proseguiranno per tutto l’anno con un carattere spiccatamente territoriale, in una logica di rete che vede coinvolti due Musei, un’Associazione culturale e due Comuni.

A Castel Caldes dal 16 giugno al 5 novembre si terrà una mostra monografica, curata da Roberto Pancheri, dedicata a Bezzi “pittore di figura”, nella quale verrà analizzato e approfondito l’approccio del pittore alla figura umana, sia nell’ambito della ritrattistica che nelle scene di vita popolare, senza trascurare le vedute urbane animate dalla presenza dell’uomo. A Caldes saranno riuniti circa quaranta dipinti di Bezzi, provenienti da collezioni pubbliche e private, che saranno esposti nelle sale del castello suddivisi per temi e affiancati per affinità stilistica. Saranno inoltre presenti disegni, abbozzi, fotografie d’epoca, lettere e documenti utili alla ricostruzione del percorso biografico dell’artista o legati alla genesi di alcuni dipinti.

La Biblioteca della Torraccia di Terzolas dal 23 giugno all’8 ottobre ospita una mostra documentaria intitolata “L'archivio ritrovato: il fondo Bezzi del Centro Studi per la Val di Sole”, a cura di Stefania Dalla Serra e di Mauro Pancheri. Nella stessa sede si terrà inoltre tra luglio e settembre un Ciclo di conferenze dedicate alla vita di Bartolomeo Bezzi, alla formazione accademica, alla produzione pittorica, ai contatti con artisti e critici contemporanei.

Due gli appuntamenti autunnali: al Palazzo Assessorile di Cles dal 23 settembre 2023 al 7 gennaio 2024 una mostra monografica curata da Marcello Nebl con la collaborazione di Warin Dusatti, con oltre cinquanta opere provenienti da collezioni pubbliche e private.

Infine, al Mart di Rovereto dal 6 dicembre 2023 al 3 marzo 2024 si terrà una mostra-focus curata di Margherita de Pilati, che vedrà esposte per la prima volta una ventina di opere con cui Bartolomeo Bezzi si fece conoscere ed amare dai collezionisti e dai critici darte del suo tempo, quei dipinti che grazie alle notevoli dimensioni e al forte impianto compositivo, ne hanno decretato la fortuna e la fama, rendendolo uno degli artisti di maggior notorietà in Italia, fin dalle esposizioni di Brera, dove nel 1878 si fece notare con La valle di Rabbi, acquistato da Umberto I di Savoia.

 

MART
KLIMT E L’ARTE ITALIANA, fino al 27 agosto 2023

Il personalissimo e innovativo stile di Klimt influenzò un’intera generazione di artisti che, tra gli anni Dieci e Venti del secolo scorso, finirono per rinnovare profondamente il proprio linguaggio. A conferma del successo di Klimt nel Belpaese, due suoi capolavori assoluti vennero acquistati da importanti collezioni pubbliche: il Comune di Venezia destinò la Giuditta II alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro; Le tre età della donna andarono invece ad arricchire il patrimonio della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, grazie a un’acquisizione del Ministero dell’Istruzione. Diversi anni dopo, nel 1925, un Ritratto di Signora fu acquistato dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza ed è tutt’ora nella loro disponibilità.
La Giuditta II e Le Tre età, eccezionalmente insieme a Rovereto, costituiscono il perno attorno al quale ruota la mostra Klimt e l’arte italiana, A cura di Beatrice Avanzi da un’idea di Vittorio Sgarbi, analizza, per la prima volta in modo esaustivo, l’attività di pittori e scultori italiani il cui lavoro fu ispirato da quello di Gustav Klimt e dalla Secessione. Quasi magico e circoscritto nel tempo, questo momento della storia dell’arte di discosta dalle grandi e più note correnti, come le Avanguardie, e precede il Ritorno all’Ordine e le tendenze post belliche. Attraverso circa 200 opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, il Mart illustra un panorama vario e complesso, nel quale discipline diverse – dalla pittura alle arti decorative – convivono sotto il segno di un riconoscibile gusto sontuoso, seduttivo e decadente. L’apertura della mostra è stata prolungata fino al 27 agosto.  www.mart.trento.it

 

SASS – SPAZIO ARCHEOLOGICO SOTTERRANEO DEL SAS

LA MEMORIA NEL GHIACCIO. ARCHEOLOGIA DELLA GRANDE GUERRA A PUNTA LINKE, fino al 7 gennaio 2024

È dedicata ad uno dei luoghi della memoria più alti d’Europa la mostra allestita nella suggestiva ambientazione della Tridentum romana, allo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, a Trento, in piazza Cesare Battisti. Realizzata dall’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento in collaborazione con il Museo “Pejo 1914-1918. La guerra sulla porta”, curata da Franco Nicolis, la mostra ripercorre le fasi delle ricerche effettuate da una équipe multidisciplinare composta da archeologi, geologi, guide alpine, restauratori e personale volontario a Punta Linke, a 3629 metri, nel gruppo dell’Ortles-Cevedale, sul fronte della Prima guerra mondiale. Qui il ritiro dei ghiacciai, a seguito dei cambiamenti climatici degli ultimi anni, ha fatto riaffiorare, dopo cento anni, la stazione di una teleferica scavata nella roccia dagli austro-ungarici per collegare Cogolo di Pejo con Punta Linke, Cima Vioz e gli appostamenti del “Coston delle barache brusade” nel cuore del ghiacciaio dei Forni per assicurare i rifornimenti ad uno dei punti più elevati del fronte.

 

Accanto alle fotografie è esposta una selezione di reperti rinvenuti durante le indagini nel sito, tra i quali alcuni soprascarponi in paglia di segale che venivano utilizzati dai soldati durante i turni di guardia per affrontare le rigidissime temperature, guanti, manopole, ramponi e occhiali per proteggersi dal riverbero della neve e del ghiaccio. Altri oggetti raccontano la quotidianità in condizioni estreme all’interno della postazione, come gli utensili dell’officina per il funzionamento e la manutenzione del motore. In mostra anche alcune suppellettili e oggetti attinenti alla sfera personale dei militari.  www.cultura.trentino.it/Temi/Archeologia

 

LE GALLERIE

"ALPS: COMPRENDERE LA MONTAGNA", 27 aprile 2023 – 25 febbraio 2024

Le Gallerie di Piedicastello a Trento ospitano un nuovo percorso espositivo dedicato alle Alpi e alla comprensione della montagna, promosso dalla Fondazione Museo storico del Trentino con il Trento Film Festival: un viaggio nella storia dell’arco alpino alla scoperta del rapporto uomo/natura, delle sfide per promuovere la cultura della sostenibilità e delle grandi trasformazioni che hanno interessato negli ultimi secoli la montagna del Trentino.

La mostra "ALPS: comprendere la montagna" è curata dai ricercatori della Fondazione Museo storico del Trentino Alessandro de Bertolini, Luca Caracristi e Sara Zanatta e si propone di comprendere la montagna – quella vissuta, quella percepita e quella governata – in un momento storico attraversato da enormi accelerazioni e mutamenti, dove le Alpi, terra di mezzo, si presentano al centro del cambiamento. Il percorso espositivo si concentra sugli ultimi secoli, dal basso medioevo in avanti, quando la colonizzazione rurale della montagna pone le basi per la nascita del paesaggio alpino come noi lo conosciamo. I temi scelti si articolano in una serie di azioni che identificano altrettante aree in mostra: abitare, conquistare, governare, raccontare, lavorare e rappresentare le Alpi. A queste azioni si aggiungono tre importanti focus tematici sulle Dolomiti, sul Club Alpino Italiano (CAI) e sulla Società degli Alpinisti Tridentini (SAT). https://museostorico.it/

 

 


MAG DI RIVA DEL GARDA

"Dal Futurismo all'Informale. Capolavori nascosti nelle collezioni del Mart”, dal 15 luglio al 29 ottobre 2023

Nata da un’idea di Vittorio Sgarbi, presidente del MAG e del Mart, e curata da Alessandra Tiddia, storica dell’arte e curatrice del Mart, la mostra è concepita come un suggestivo viaggio nell’arte italiana del Novecento. Si tratta di un iter che esplora e racconta l’ideazione e la sperimentazione di nuovi linguaggi ed espressività: la quarantina di opere presenti in mostra, costituita da dipinti, sculture, installazioni, si fa difatti portavoce dei nuovi immaginari del “secolo breve”,  valorizzando al tempo stesso gli importanti capolavori del Mart, frutto di una mirata strategia di acquisizione, che vanno a costituire una delle più estese e significative collezioni di arte moderna e contemporanea di tutt’Europa. www.museoaltogarda.it

 

 

CINQUANT’ANNI DOPO. IN VALLE DEI MÒCHENI CON FLAVIO FAGANELLO,

1 luglio-29 settembre 2023, Casa Lenzi (Palù) e Maso Filzerhof (Fierozzo)

Flavio Faganello è stato un appassionato cronista della valle dei Mòcheni e di quella che chiamava "la sua gente". Già dai primi anni Sessanta ha documentato con fiuto antropologico tutto ciò che riteneva fondamentale per lasciare delle tracce concrete della storia e del carattere trentino. Sono nate così fotografie di cronaca e foto-inchieste, immagini per il turismo e per la catalogazione dei beni culturali, altre, infine, per le numerose pubblicazioni di cui è stato autore o co-autore.

La mostra, curata da Roberto Festi, vuole rendere omaggio al fotografo e reporter che ha documentato con passione e rigore filologico le profonde trasformazioni di un Trentino rurale del dopoguerra, gli anni del miracolo economico e delle rivoluzioni culturali della modernità. Lo fa ripercorrendo i temi da sempre cari all'artista: i protagonisti della “sua” valle, uomini e donne; il paesaggio; feste e tradizioni; il lavoro nei campi e sui monti; le migrazioni dei klòmeri, che d'inverno lasciavano la valle per vendere le loro mercanzie in terre lontane; le suggestive architetture dei masi. Le cento fotografie selezionate, molte delle quali inedite e collocate secondo approcci diversi, provengono dall'Archivio fotografico storico della Provincia autonoma di Trento e dall'Archivio della famiglia Faganello, e verranno allestite in tre diverse postazioni. Nella sede espositiva dell'Istituto culturale mòcheno al Maso Filzerhof sarà approfondito il tema legato al paesaggio e ai suoi protagonisti. Nell'edificio sottostante la piazza di Palù, nella Casa Lenzi, verrà invece riproposta, nella concezione originale del 1978, la sezione dedicata alla "Donna mòchena": immagini di donne che in questi scatti divengono protagoniste della storia antica di questa comunità. La terza sede sarà en plein air, nelle vie del paese, nelle frazioni e nel bosco, dove alcune grandi riproduzioni su banner porteranno gli scatti di Faganello dentro quella scenografia naturale che tanto amava, mostrando, com'era nelle corde dell'artista, "il prima" – le immagini degli anni sessanta e settanta – e il "dopo", ovvero il nostro presente.

 



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