Il turismo delle culture

Il Trentino delle opportunità

Sono un Trentino che vive del cuore coraggioso e delle mani laboriose della sua gente. Gente che ama profondamente e che è la sua terra. Radicata nella sua identità, ma solidale e aperta al mondo. Chi viene, chi torna, chi va, siamo le genti delle valli e delle montagne. Amore: questo è l’unico requisito di cittadinanza per queste mie ali di farfalla, l’unico nuovo soffio di vita che può portarmi alto, nel cielo. Un battito d’ali e un respiro, questo sono. Mi fermo, incontro, rispetto. Mi fermo, respiro: sì, sono io, il Trentino

Giustizia climatica. Turismo sostenibile. Coesistenza. Parole che ondeggiano fra i prati, si inseguono fra le creste e scorrono via con i torrenti. C’è tanta gente. Tanti discorsi. E io non capisco più cosa sia dritto e cosa rovescio, il bianco e il nero si confondono, così simili, così anonimi.  

Turismo responsabile: un po’ di storia

Quando arrivano gli ospiti sono giorni di festa perché incontro storie, nuove opportunità. Ho imparato a capire e interpretare i tempi. Ho pettinato i miei boschi e smussato i miei spigoli per accogliere. Ho imparato dal diverso, saldo nella mia identità.  

C’è il momento di correre e poi di riposare. Si lavora duro, si sta insieme, poi si respira - l’odore delle foglie umide dopo la pioggia. Aspettiamo pazienti i funghi e le castagne e il vino novello… 

 

Turismo di massa 

Mi sono informato e ho scoperto che il turismo di massa non è sempre stato cattivo. Quando a metà del XIX secolo l’ignaro tipografo Thomas Cook propone i primi viaggi organizzati a pagamento, viaggiare diventa da privilegio di pochi a diritto di molti. Grazie anche all’avvento dei trasporti veloci e a un benessere economico sempre più generalizzato, dal Grand Tour esclusivo si passa a vacanze brevi ed economiche. È una novità popolare e democratica, che permette a chiunque di spendere i frutti del proprio lavoro in esperienze estetiche e rigeneranti. 

Turismo responsabile: un po’ di storia

Negli anni ’80 del Novecento ci siamo resi conto che era essenziale cambiare approccio: dal consumare i luoghi con il mordi e fuggi a un modo di viaggiare attento e consapevole. Nel 1987 la Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo pubblica il Rapporto Brundtland, definendo per la prima volta lo sviluppo sostenibile: “sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri”.

Allora, per non restare indietro, l’Organizzazione Mondiale del Turismo, l’anno dopo, prova a lanciare il turismo sostenibile, inteso come “le attività turistiche che si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente - naturale, sociale ed artistico - e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche”.  

Lago di Antermoia - Catinaccio d'Antermoia ©Archivio APT Val di Fassa | © APT Val di Fassa

Turismo sostenibile 

L’idea dell’Organizzazione mondiale del turismo deve essere stata mal interpretata perché, nel 2018, è nato il neologismo ‘"overtourism’" (troppo turismo), poi inserito nel dizionario di Oxford. Ed è stato l’overtourism a diventare il candidato a parola dell’anno, mica il turismo sostenibile!  

A me dispiace, e molto.  Credo che ci sia stato un errore della giuria. Perché negli ultimi anni il turismo di massa qui sta facendo danni. Ho ascoltato i cittadini, io, e gli albergatori e i rifugisti e i contadini e i turisti, sono tutti d’accordo: così non si può andare avanti.

Dalla distruzione di interi ecosistemi all’inquinamento, dall’impatto di auto e aerei all’annientamento di intere realtà culturali. Le mie valli bisticciano perché alcune sono sommerse, altre dimenticate. In primavera e in autunno poi… sacco pieno, sacco vuoto. Della filastrocca manca solo il sacco a mezza via. 

Turismo responsabile: un po’ di storia

Allora io mi fermo, respiro. Immagino. Di prendere il volo e respirare l’aria fresca delle vette. Voglio che chi viene a trovarmi senta il sole e il vento sulla pelle, viva il sudore, la fatica e la gioia di avercela fatta: non importa se vicino o lontano, ognuno ha la sua strada. Ma le mie sono strade di valli, laghi e montagne, sono strade silenziose e riservate, un poco segrete. Terre ospitali. Sono un Trentino che dà tempo alle relazioni, quelle cucite un punto alla volta, costruite un passo dopo l’altro. Sono un Trentino che sa anche rimanere in silenzio, attonito, ad ascoltare il canto dell’orso, l’ululare del lupo e dello sciacallo. 

 

Turismo responsabile 

Si chiama turismo responsabile, o eco-compatibile, ed è specchio del nostro modo di stare al mondo. Questo momento di necessaria transizione ecologica può e deve essere anche per questo settore un’ulteriore spinta per reinventarsi e andare nella giusta direzione. Come fare? A chiunque venga a trovarmi spetta il compito di studiare prima di partire e di arrivare come un ospite rispettoso, che è pronto a dare, oltre che a ricevere.

L’Associazione Italiana di Turismo Responsabile dice che il turismo sostenibile si basa sui principi di giustizia sociale ed economica e sul pieno rispetto dell’ambiente e delle culture. È un turismo da inserire nel quotidiano, non come fuga, ma come scoperta. È un turismo che regala meraviglie segrete e che permette di divertirsi nel rispetto di luoghi e persone. 

Val di Fassa - Marmolada - Cima Uomo

Turismo trentino 

“Sei farfalla, non bruco” mi ha detto la Marmolada, “sei adulto e devi stare in piedi senza rimpianti né capricci”. Niente imitazioni, né sprechi di risorse, ci sarà spazio solo per la natura, l’accoglienza e l’autenticità di una terra che impara dagli errori e sa lanciarsi determinata nel futuro. 

Sì, ho deciso! Diventerò esempio di informata coesistenza, terra in cui l’essere umano si fa natura e non viceversa. Qui c’è posto per tutti, nel rispetto di tutti: se mancherà lo spazio… beh, lasceremo fuori auto e cemento. E a chi mi dirà: ‘è difficile, sarà dura!’, io risponderò orgoglioso: ‘voi non conoscete la mia gente! Tenace e fiera, sono convinto che saprà restare unita di fronte a questo futuro incerto. Saprà sognare in grande, guardare lontano camminando vicino. La mia gente non sta al passo con i tempi, è un passo avanti ai tempi, non dubitatene!’ Questo ho capito, allora, che la giustizia climatica è quel rapporto inscindibile che c’è fra diritti della natura e diritti umani. Io sono gli uni e gli altri e ho bisogno di entrambi per continuare a esistere. 

Prendiamoci cura

Vai alla sezione
scopri
Pubblicato il 09/01/2025