LA MOSTRA IL VIAGGIO MERAVIGLIOSO. TRA SCIENZA E FILOSOFIA
A Palazzo delle Albere il rapporto tra scienza e filosofia affrontato attraverso un percorso espositivo multimediale, tra luci, musica, immagini, personaggi e voci. Un viaggio nel tempo illuminato da bellezza, amore, pensiero
“Il viaggio meraviglioso. Tra scienza e filosofia” apre le sue porte in una data significativa: il 18 novembre ricorre infatti la Giornata mondiale della filosofia, che ogni anno si festeggia in tutto il pianeta il terzo giovedì di novembre. Un appuntamento simbolico, celebrato per la prima volta il 21 novembre 2002 e ideato dall’UNESCO con l'obiettivo di ricordare il valore imperituro della filosofia per lo sviluppo del pensiero umano.
Firmata dal filosofo e presidente del MUSE Stefano Zecchi, la nuova mostra - visitabile a Palazzo delle Albere fino al 5 giugno 2022 - è dunque un omaggio a una delle “discipline” più affascinanti di sempre. Dal 2002 l’UNESCO ritiene la Filosofia patrimonio mondiale dell’umanità e ogni anno le dedica un giorno per rimarcarne il valore culturale e intellettuale come - nelle parole del direttore Generale dell’UNESCO Audrey Azoulay - “pratica quotidiana che può trasformare la realtà”. Una ricorrenza che mira a incoraggiare lo sviluppo di un pensiero critico e indipendente, contribuendo a una migliore comprensione del mondo.
A Palazzo delle Albere, polo di interconnessione tra Scienze e Humanitas del MUSE, per la prima volta la Filosofia si fa mostra in un viaggio di scoperta, immersivo ed emozionale, attraverso i grandi interrogativi che da sempre accompagnano l'essere umano.
Scienza e Filosofia dialogano a Palazzo delle Albere
“Il Viaggio Meraviglioso tra scienza e filosofia”, in mostra al primo piano del Palazzo delle Albere, da un’idea di Stefano Zecchi e a cura di Beatrice Mosca, apre al visitatore le porte della conoscenza attraverso un sorprendente cammino nel tempo. Un cammino nel tempo dove la bellezza e l’amore ritornano come eterno richiamo per riflettere sul senso della vita dell’uomo. Dalle simbologie del mito e dal logos alle origini della filosofia, all’incanto della fede, all’armonia dell’umanesimo sino alla nascita della scienza moderna e al cosmo con i grandi interrogativi contemporanei sullo spazio e sul tempo. Un viaggio meraviglioso, quello della nostra conoscenza, che dalle straordinarie narrazioni mitiche che raccontano il senso della vita e della morte, del divino e dell’umano giunge fino a noi, ai nostri tempi.
La ricerca scientifica contemporanea apre scenari che sollecitano interrogativi sul destino dell’uomo e sul pianeta da lui abitato: obbliga a domandarsi se lo sviluppo a cui il suo sapere l’ha portato, oltre a migliorare la qualità della vita, non stia compromettendo lo spazio naturale e, infine, anche la socialità. La vita. Sono domande scientifiche che interrogano la filosofia, la sua millenaria riflessione sulla verità dell’essere nel mondo.
La mostra svela il racconto del pensiero dell’uomo, della sua idea di bellezza e di amore. Pensiero, bellezza, amore: il significato della vita racchiuso in tre concetti. Dal mito classico si entra nell’epoca in cui s’indaga il fondamento razionale della conoscenza di ciò che è terreno e divino, per poi procedere lungo un cammino che, nel lasciarsi alle spalle la grande tradizione classica, si apre alla modernità. La cultura umanistica inaugura nuovi orizzonti del sapere che saranno ereditati dalla scienza moderna di Galilei, Cartesio, Newton in un grande dialogo complesso e conflittuale con il pensiero filosofico e teologico. Al termine del viaggio, l’ingresso nella nostra contemporaneità è quasi un ritorno simbolico all’origine della civiltà occidentale: “Tutto ciò che passa è soltanto un simbolo”, come scriveva Goethe alla fine del suo Faust.
Luci, musica e video per un sorprendente cammino nel tempo
Entrando, il visitatore troverà in ogni stanza la rappresentazione del viaggio dell’uomo, immerso in un racconto visivo, tra parole, immagini, musica, luci, voci, installazioni evocative. Una messa in scena come opera totale, pensata e costruita in leggerezza e trasparenza mediante le scenografie, curate dall’architetto Silvio de Ponte, in armonia con il court métrage teatrale, per la regia di Cesare Cicardini e la collaborazione del Piccolo Teatro di Milano. Scenografie e court métrage, proiettato nei diversi capitoli lungo il percorso delle differenti delle stanze che ne compongono la trama, diventano ora simboli e icone dei passaggi nel tempo del viaggio, ora espedienti d’ambientazione per le visioni delle scene. L’alternanza dei punti d’osservazione delle proiezioni e delle scene nelle stanze, anche attraverso l’uso di schermi sovrapposti in scomposizione, con il supporto delle parole scritte alle pareti e di scenografie evocative, rendono il percorso dinamico, mai scontato. A condurre i visitatori c’è il filo conduttore della sceneggiatura, scritta da Beatrice Mosca per un soggetto di Stefano Zecchi, che intreccia la trama del viaggio della conoscenza umana con il significato dell’amore e della bellezza. Un tema costante, che ritorna nei dialoghi e nei monologhi dei personaggi-attori, che ha condotto gli autori a privilegiare in diverse scene la rappresentazione del lato umano dei protagonisti, la vita che ha segnato le loro esistenze. Attraverso il contributo di fonti che rimandano ai testi classici filosofici, alle parole di grandi poeti, drammaturghi e narratori, al pensiero dei più grandi scienziati. Un viaggio che ha trovato le sue originarie e suggestive ambientazioni nei Castelli del Trentino - Castello del Buonconsiglio, Castel Thun, Castel Toblino - che hanno aperto per l’occasione le loro stanze, corti, appartamenti segreti, consentendo anche le riprese nei giardini, nei boschi, nei laghi circostanti.
Allestita al piano terra del Palazzo delle Albere, i visitatori potranno accedere all’area didattica di approfondimento. Touch screen e schermi video, con l’allestimento di uno spazio di accoglienza, saranno a disposizione di tutti i visitatori e delle scolaresche, per approfondire i temi della mostra espositiva. La sezione è curata dalla professoressa Francesca Marelli.