C’è sempre l’immancabile polenta (pulta in cimbro), piatto della tradizione povera, piatto della cucina di montagna, simbolo della capacità della popolazione montana di utilizzare i preziosi doni della terra.
La polenta veniva mangiata con il formaggio e un contorno, che ad ogni stagione variava a seconda delle risorse a disposizione, coltivate o del tutto spontanee: in inverno i crauti, in primavera cumino dei prati bollito in acqua e condito con burro, in estate insalata o verza, in autunno sedano e cavolo rosso.
La madia in cucina era sempre piena di farina di mais, e patate. Quelle impreziosivano la polenta della sera, la polenta di patate (patatan pult). Il burro era il condimento più diffuso, e serviva come base anche per la minestra d’orzo, il brobosà, una minestra di farina tostata, e per i pochi dolci, che venivano preparati nei giorni di gran festa.