Teresa Salgueiro, quando i sogni diventano musica
Nella cornice di Camp Centener sopra Madonna di Campiglio l’artista si è esibita per I Suoni delle Dolomiti in un intenso concerto nel quale ha proposto brani dei suoi album più recenti accanto a classici della musica portoghese e alcuni grandi successi dei Madredeus
È stata ed è la voce da tutti associata al Portogallo e al suo sentire sin da quando è entrata a far parte dei Madredeus e da quando un regista come Wim Wenders ha fatto conoscere a tutti la loro musica con la pellicola "Lisbon Story". Si tratta di Teresa Salgueiro che negli ultimi dieci anni ha intrapreso una singolare carriera solista fatta di album intensi e indimenticabli e che oggi, venerdì 24 agosto, si è esibita nelle Dolomiti di Brenta, sul verde palcoscenico di Camp Centener in Trentino sopra Madonna di Campiglio, per il festival I Suoni delle Dolomiti. Sono saliti in tanti ad ascoltarla e lei si è presentata al microfono in un elegante vestito nero regalando quasi un'ora e mezza di grande musica, accompagnata da un combo di bravissimi musicisti tra cui spiccava l'amico e sodale dei tempi dei Madredeus José Peixoto. Un viaggio tra i suoi due album più recenti e in particolare l'ultimo "O Horizonte" intervallato da brani classici della musica portoghese, rivisitati e riarrangiati e anche alcuni grandi successi dei Madredeus.
Il tutto per raccontare cosa sia l'orizzonte - fatto di sogni, aspirazioni e resistenza - e anche cosa sia la memoria, forse l'unica cosa che non può esserci tolta. E non è un caso che l'apertura sia stata affidata alla sognante Horizonte, seguita quasi immediatamente da Exodo nella quale la voce indimenticabile della Salgueiro ha simbolicamente ripercorso secoli nei quali interi popoli hanno dovuto lasciare i luoghi cari portando con sè solo ciò che albergava nella memoria.
Suoni rotondi e ritmi danzanti si sono alternati a pensosi viaggi tutti sospesi tra paesaggi e interiorità del mondo, come nel caso di A cidade o nel brano di Fausto Burdalo Diaz, Por este rio Acima, che dopo le magie vocali della portoghese si è consumato in volute sonore in cui parole e musica raccontavano i viaggi a oriente dei portoghesi.
Ed eccolo qui l'altro tratto di una musica che a prima vista sembra orientata a raccontare stati d'animo ed emozioni, ma che in realtà è molto di più, come dimostrato nel concerto di oggi con la Salgueiro e compagni a portare con sé e raccontare la cultura di un intero Paese e la sua storia. E non sono state poche le citazioni di musicisti, compositori, poeti come José Alfonco e la sua Cana de Embalar o Carta e Barco Negro già rese indimenticabili da Amalia Rodriguez. Non poteva mancare l'omaggio a una parte della propria storia artistica con Guitarra, brano che apre la colonna sonora di Lisbon Story, e con Alfama nel quale si è respirata la vita pulsante del quartiere da cui è nata la capitale portoghese. Prima della fine - sempre premiata da applausi sentiti - c'è stato spazio per Hasa o que houver e per A luz, e infine per quello che è stato un vero e proprio omaggio alla vita, Gracias a la vida, della cilena Violeta Parra.
Un concerto dai ritmi misurati e intenso che si è conscluso con un altro brano denso di signficati, estratto dall'album omonimo registrato nel convento di Arrabida: O Misterio.
Le immagini del concerto di Teresa Salgueiro sono disponibili su