Musica nel segno delle contaminazioni
Oggi a Malga Canvere sull'Alpe Lusia, nel primo dei tre concerti che questa settimana concludono l’edizione 2016 del festival, il maliano Ballaké Sissoko alla kora e Vincent Ségal al violoncello hanno proposto davanti al numeroso pubblico un inedito dialogo tra strumenti e originali modi di interpretare suoni e note
È stato un incontro pieno di sorprese quello tra due strumenti come la kora e il violoncello e soprattutto quello tra Ballaké Sissoko da un lato e Vincent Ségal dall'altro. Il tutto ospitato oggi 22 agosto, all'interno deI Suoni delle Dolomiti in un appuntamento che ha visto la presenza di un pubblico molto numeroso sulle dolci pendenze di Malga Canvere, sull'Alpe Lusia in Val di Fassa. A rendere il tutto indimenticabile anche il magnifico panorama delle Pale di San Martino e una luce rara.
Dunque un concerto all'insegna del meticciato, delle contaminazioni tra Africa subsahariana, sahariana e mondo mediterraneo, e dell'incontro tra strumenti provenienti da tradizioni lontane come quella occidentale e quella africana, nello specifico del Mali, ma anche il dialogo tra due modi di interpretare suoni e note. Quel che ne è scaturito è stato un evento che ha esaltato la tradizione dell'Africa occidentale, con la sua musica colta e sofisticata, resa con alte capacità tecnico-interpretative, e ha pure dimostrato come anche strumenti che ormai da secoli sono suonati dai grandi strumentisti, possono ancora essere ponti per regalarci suoni e atmosfere nuove.
Sin dall'iniziale "Chamber music" è stato chiaro che l'orizzonte definito da Sissoko e Segal, si componeva di atmosfere delicate, suoni circolari ripetuti quasi all'infinito con variazioni in grado però di imprimere decisi cambi di rotta alla melodia. Arpeggi, sia di kora sia di violoncello, in un dialogo scaturito da accenni quasi blues per diventare successivamente suoni accennati e dissonanti hanno caratterizzato "Balazando", mentre decisamente più solare e a tratti quasi danzante sono arrivate "Niandou" e "Asa Branca" che ha visto Vincent Segal aggirarsi per il prato suonando, percuotendo e agitando piccoli contenitori pieni di sabbia.
L'elemento del cambio di atmosfere, il passaggio tra coloriture diverse, le ombre lasciate per nenie luminose. Queste le tracce lasciate nella memoria da "Passa Quatro", "Nkapalena" e "Halin Kata Djoube".
Non è mancata nemmeno la voglia di sperimentare con pizzicati e archetto per violoncello lasciati da parte e sostituiti con una corda fatta scorrere tra le dita e fatta vibrare sulla cassa armonica in "Oscaurine" e nel bis, richiesto a gran voce, di "Mama FC" che assieme a "Histoire de Molly" ha salutato tutti i presenti.
Le immagini del concerto saranno disponibili in serata su www.broadcaster.it