Il Fato dell'Energia. Ghiacci glaciali, surriscaldamento e divinazioni.
Castel Belasi ospita la mostra personale del famoso artista trentino
L’artista trentino riconosciuto a livello internazionale porta il visitatore in un viaggio visionario tra metafore universali, riti contemporanei, ghiacci e diluvi attraverso molteplici linguaggi, dal video alle installazioni, spaziando da rari lavori dell’inizio della carriera all’opera ora presente alla Biennale di Venezia, vera sorpresa in mostra.
La mostra presenta un esteso e inedito excursus nella sua consolidata ricerca attraverso una ventina di opere, video, fotografiche, luminose, sonore e installative, da quelle più recenti fino a lavori datati tra metà anni Novanta e inizio anni Duemila, testimoni dello spirito coerente e anticipatore di questo artista, da sempre impegnato a sviscerare e distillare attraverso un linguaggio evocativo complesse questioni dell’oggi e del nostro stare nel mondo, tra fenomeni naturali e impatto delle nostre scelte.
Dà il titolo alla mostra il video “The Fate of Energy” del 2002, che apre ai molteplici significati del termine energia, al tempo stesso generatrice e distruttrice, rimandando a sua volta a un capitolo del “Saggio sui fenomeni estremi” del filosofo Jean Baudrillard e risultando quanto mai attuale, così come “Monito. Monition. Mort Nucleaire” del 1995.
L’opera esposta più recente – e quella più attesa – è “Far before and after us”, che Cagol ha creato per la Biennale di Venezia, dove la espone all’interno della mostra dello stato di Perak-Malesia su simbiosi indigena e narrazione della natura (agli Archivi della Misericordia fino a novembre), come unico artista internazionale invitato insieme a sei artisti malesi. Nel video, protagonista è un rituale contemporaneo, sospeso tra oscurità e luce, fuoco e ghiaccio, miti del passato, incertezze del presente e sfide di futuri al di là del tempo e dello spazio. È stato realizzato in una valle dolomitica patrimonio UNESCO, la Val di Tovel, poco lontano da Castel Belasi e dallo studio dell’artista, che da quasi vent’anni ha deciso di vivere in Val di Non.
Una chiave di lettura biografica individuata nel legame con le Alpi è l’altra grande novità di questa mostra, la prima in Val di Non dedicata a Cagol. Lo sottolinea il curatore Emanuele Quinz, affermando che “Queste opere da una parte rivelano un legame profondo con il territorio delle sue origini, e dall’altra esplicitano la funzione di denuncia dell’artista”.
Fanno da contraltare opere frutto di lunghi viaggi di ricerca e creazione, nelle quali lo stesso elemento del viaggiare è parte della pratica artistica di Cagol, divenendone un tratto distintivo.
La mostra a Castel Belasi rimarrà aperta al pubblico fino al 30 ottobre.
Orari: 10.00 – 18.00. Prenotazione non necessaria.
Venerdì 27 maggio: inaugurazione dalle ore 18.30.