Castello di Segonzano
I ruderi del Castello di Segonzano spuntano da una rupe porfirica presso l’Avisio
I maestosi ruderi merlati del Castello di Segonzano spuntano da uno sperone roccioso che domina la Valle di Cembra. Edificato nel Medioevo da Rodolfo Scancio su autorizzazione del principe vescovo Federico Vanga, questo castello servì come importante guardia sui traffici della Valle dell´Adige che passavano il ponte di Cantilaga sul torrente Avisio. Della costruzione duecentesca e del rimaneggiamento cinquecentesco promosso dagli A Prato, ai cui discendenti il castello appartiene tuttora, sono rimasti solo pochi muri, ma la fortezza ebbe molta importanza fra il Trecento e il Quattrocento. Nel corso dei secoli fu di proprietà, oltre che degli Scancio, dei Rottenburg e dei Greifenstein nel 1300. Nel 1424 divenne proprietà dei Duchi del Tirolo. Bombardato e saccheggiato durante i combattimenti fra austriaci e francesi, nel 1795, la fortezza fu abbandonata e cadde in rovina. La torre superstite è quella romana, detta delle prigioni.
Le tenebrose pareti della fortezza impressionarono anche Albrecht Dürer, quando vi passò accanto in occasione del suo primo viaggio a Venezia nel 1494, al punto da spingerlo a dedicargli due celebri acquerelli. Nel 1971 è stato ricordato lo storico passaggio dell´artista tedesco, con due cippi porfici posti a Faver e a Piazzo di Segonzano, che indicano i punti dai quali il pittore si ispirò per realizzare le due rispettive vedute.