Tratti particolari? Passione per la birra!
Un viaggio guidato nel panorama brassicolo trentino
“Cerevisia malorum divina medicina” - Paracelso.
La birra, nella sua denominazione in lingua latina, proposta come rimedio divino: una bevanda dalla storia millenaria diventata più recentemente fenomeno di nicchia, giovane e trendy, che anche tra le nostre montagne si è ben radicato. Nel solco di una tradizione contadina, che spesso incorpora nel mastro birraio anche il ruolo di capo famiglia, di produttore e di oste. Dalla riscoperta dei tradizionali metodi di produzione artigianale, alla cura e alla scelta delle materie prime, c’è tutta una gamma di storie che svelano quest’arte, attraverso la personalità e il gusto che ogni birraio conferisce ai propri prodotti, in un mix di energia, passione e tradizione sempre più sofisticato. Ripensiamo, perciò, la birra come una bevanda moderna ma mai banale, giovane e versatile ma sempre innovativa, e capace nell’aroma e nelle sue infinite accezioni del gusto, di raccontare persino un territorio.
Una birra al caffè?
La Lupinus è una birra ad alta fermentazione prodotta aromatizzata con il Lupino di Anterivo, varietà autoctona di legume, che un tempo veniva utilizzata come succedaneo del caffè. Ideata da Stefano Gilmozzi, birraio e fondatore del birrificio Birra di Fiemme, questa birra è nata perché il caffè di Anterivo è piuttosto amaro, tanto che si usava mescolarlo a quello d'orzo e, così, si è pensato di utilizzarlo in luogo del luppolo.
“Asso di Coppe”, le birre acide de la Bot
Lipa Porca , Single Bot, Impombera sono i curiosi nomi di alcune delle birre appartenenti al progetto “Asso di Coppe”, lanciato dai famosi Fabio (Bio) e Nicola (‘Noc) fondatori del birrificio artigianale Bionoc in Primiero, con l’amico Nicola Coppe, homebrewer appassionato di fermentazioni atipiche: si tratta di birre non pastorizzate per non perdere aromaticità, non filtrate per non sottrarne il corpo e rifermentate in bottiglia per garantirne una perfetta conservazione, e che prevede infine l'affinamento della birra in barrique combinato con l’uso di frutta fresca (lamponi, albicocche, ciliegie).
Nerobrigante, un personaggio leggendario maldestro e meschino
Sulle colline avisiane sorge Maso Nero e la leggenda vuole che nella sua cantina più vecchia vivessero personaggi bizzarri che importunavano i viandanti di passaggio. Ma uno di questi, al tempo brigante inoffensivo e balengo, ha deciso oggi di riscattarsi iniziando a maneggiare con sapienza malti, lieviti e luppoli. Nerobrigante è il birrificio di Rudy Zeni che, proveniente da una famiglia di vignaioli, si è votato all’arte brassicola con mano “enologica”: inocula mix sapienti di lieviti per profumare l’ambrata Fra’ Diavolo e adopera la rifermentazione in bottiglia sui lieviti per la weizen Zio Ulrich, preziosa arte in prestito dalla produzione degli spumanti Metodo classico.
Garba, Werra e Fara: le birre degli Arimanni
In epoca medioevale, l'arimanno rappresentava l'uomo libero, legato alla sua terra tanto da decidere di obbedire al signore che gliela lasciava in affidamento, pur di difenderla. L'arimanno si muove in una danza di amore e di rispetto per la terra, così colei che dà sostentamento, se amata e rispettata, restituirà materie prime di alta qualità. Il legame con il territorio è ancora oggi il primo ingrediente che Birrificio degli Arimanni mette, senza compromesso alcuno, nella Garba , la Werra e la Fara, le sue 3 birre artigianali, non filtrate e non pastorizzate.
Acqua pura di sorgente e bacche per la birra antiage
Goji è una birra ambrata, prodotta dal Birrificio Artigianale Pejo, utilizzando come materia prima la rinomata acqua delle sorgenti, a bassa durezza e bassi livelli di calcio, solfati e cloruri, con l’aggiunta di bacche fresche di Goji, da coltura biologica tra le montagne della Val di Pejo nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio. Valorizzata da malti e luppoli di qualità che rifermentano in bottiglia, con note fruttate al naso, leggera e rinfrescante in bocca e, per finire, dal caratteristico tono amaro delicato che affiora al palato, tipico del sapore delle bacche di Goji, famose per essere un proverbiale antiossidante naturale.
Al km.8 della SP.73 della Val di Non
Km8 è il nome di una piccola e giovane realtà brassicola che produce birre ad alta fermentazione rifermentate in bottiglia, rigorosamente non filtrate e non pastorizzate, con ingredienti di alta qualità e prodotti del territorio e della montagna trentina: il luppolo coltivato nella valle ma anche il mosto di vino, che viene aggiunto ad una speciale linea di birre stagionali prodotte in autunno. Le IGA (Italian Grape Ale) sono birre in cui la fermentazione sfrutta in modo spontaneo i lieviti naturalmente presenti sulle bucce, ma infine viene aggiunto il mosto dei vitigni (il Groppello di Revò ed il Müller Thurgau della Valle di Cembra), perché insieme si esaltino lo stile e gli aromi, inusuali sia per una birra che per un vino.
I fantistici 5 di BirraFon
Loro la birra la conoscono bene. La bevono, la amano, la imparano, fanno le prove in casa e, quando sono pronti, la mettono sul mercato. Poi cominciano a vincere! E siccome a diventare bravi ci hanno preso gusto, adesso si stanno applicando nella coltivazione del loro personale luppolo. Dove? A Fondo, in Val di Non. Alberto, Alessandro, Daniele, Giordano e Marco, il loro birrificio lo hanno ideato nel 2016 e nel 2018 hanno trovato una casa adatta. Le loro birre si abbinano a tutto, non tutte insieme, una per volta… C’è Rio Saaz che ricorda il canyon di valle, speciale con carni bianche e formaggi freschi, l’Ipa Grhop che chiama i sapori strong delle grigliate o dei formaggi stagionati, l’Ampome perfetta per il sushi, la Sweet Dream che ama i dolci al cioccolato. All’appello ne mancano 5. Parti alla scoperta!
Ohilalà, che si vede in Val di Fassa!
Dopo anni di viaggi e di studio in tutta Europa, Daniel, nel 2020 è tornato a casa per mettere a frutto ciò che ha appreso. Ha iniziato, così, a creare le sue birre, le prime rigorosamente ladine. Rampeèr – arrampicare - è il nome del suo birrificio, ecosostenibile come le materie prime che utilizza, alimentato solo da energie rinnovabili. L’amore per il suo territorio e per l’ambiente lo porta nel bicchiere tutti i giorni, con luppolo e miele fassani, già a partire dal nome delle sue creazioni. Potrete allora gustare la leggiadra e leggera Tin Tan Ton – il suono del campanaccio che fanno le mucche al pascolo -, oppure la classica Arlárk – ohilalà -, l’aromatica agli agrumi e resina, o la Cef ta la nigoles, quella con “la testa tra le nuvole” che ha i sentori di frutta matura. Ma anche birre più strong alla cannella e al rabarbaro, tutto rigorosamente come stagione comanda.
Nei palazzi della Baronessa
A Monclassico, in Val di Sole, succede che a dare il nome a un laboratorio artigianale, che è anche un microbirrificio, sia una poiana di Harris in piume ed ossa. Il suo nome è niente popò di meno che Baronessa. Questo splendido esemplare di rapace, un “lupo del cielo”, come viene chiamato per la sua socialità, da otto anni ha accolto in casa con sé, al Nido delle Aquile, Ilaria e Antonio Valorz, o è il contrario?, e, tra le tante cose, le è venuto il capriccio della birra. Ma non di una birra qualunque, di una birra regale, dalla produzione lenta e rigorosamente imbottigliata a mano. La Lager Premium di Antonio e Ilaria ha un sapore fresco, leggermente fruttato e fa remuage, quindi rifermenta in bottiglia, come una vera bollicina di montagna.
E se fosse di mela? PomBier!
Ci ha pensato Lucia Maria Melchiori! In Val di Non, Lucia Maria è una garanzia di qualità nella lavorazione e trasformazione della mela. Dopo i succhi, le spremute, l’aceto e il sidro, la sua ultima creatura si chiama PomBier. Una birra non filtrata che nasce da un mix tra la birra artigianale che già produce dal 2013 e il suo succo di mela trentina. Una radler perfetta per rigenerarti in ogni momento della giornata e per accompagnare un buon tagliere di salumi e formaggi giovani.
La Lager sincera delle Dolomiti di Brenta
A Pinzolo, il Birrificio Val Rendena ha fatto tesoro dei saperi e delle risorse di valle per rinnovare a modo suo la tradizionale classica tedesca. Acqua purissima che sgorga diretta dal ghiacciaio dell’Adamello, nel cuore del Parco Naturale, malto di una produzione storica del nord della Baviera, luppolo di un consorzio agrario dell’’Hallertau, patria mondiale della pianta, per una birra tradizionale di montagna che ha il sapore della terra dove nasce. Non ci credi? Vieni ad assaggiare la Lager, quella che non perdona errori, o la Bira de l’Ors, da una ricetta antica quanto il suo nome. E poi facci sapere se ci ritrovi la leggerezza dell’aria cristallina di valle, la freschezza del ghiacciaio e la schiettezza della sua gente quando ti guarda negli occhi e ti stringe la mano.
Artigiani, naturalmente…
Se continui a girare il mondo in lungo e in largo alla ricerca della birra perfetta, per te, e non la trovi, che fai? Magari apri il tuo birrificio! Così a Marco è nata l’idea di fondare l’avventura di Birra del Bosco, a San Michele all’Adige in Piana Rotaliana: fare la birra che non trovo in giro! Iniziato quasi come un gioco per un’autoproduzione da portare sempre nello zaino nelle sue esperienze outdoor con gli amici, oggi conta 18 etichette sapientemente preparato dal mastro birraio Mauro, detto il bocia per l’età, anche se è il boss.