ALLE DOLOMITI DI OLIVO BARBIERI IL LAGAZUOI PHOTO AWARD
Dolomites Project 2010 è esposto fino al 10 settembre nel Lagazuoi EXPO Dolomiti, il polo culturale realizzato all’interno della stazione di arrivo della funivia. Sabato 5 settembre finissage della mostra alla presenza del vincitore
Da vero maestro dell’obiettivo il fotografo Olivo Barbieri ha raccontato le Dolomiti in modo innovativo e originale. Un racconto senza tempo quello di Barbieri, proprio come le rocce dolomitiche che sono lì da milioni di anni. Dolomites Project 2010, infatti, il progetto ideato dall’autore insieme a Trentino Marketing, al MART e alla Provincia autonoma di Trento e ospitato al MART nella primavera del 2011, è risultato vincitore della prima edizione del Lagazuoi Photo Award 2020 e in tale veste è proposto all’interno delle sale di Lagazuoi EXPO Dolomiti. Nel polo culturale realizzato all’interno della stazione di arrivo della omonima funivia, a 2.778 metri di altitudine, sopra il Passo Falzarego, le grandi foto e un video dedicati alle Dolomiti si possono ammirare fino al 10 settembre. Un vero e proprio inno a queste cattedrali di roccia, straordinarie architetture naturali, interpretate dal fotografo come forme simboliche in movimento.
La mostra Dolomites Project 2010 era nata per promuovere il riconoscimento da parte dell’UNESCO delle Dolomiti quale Patrimonio Naturale dell’Umanità nel 2009. Una iniziativa di valenza internazionale coordinata da Trentino Marketing e alla quale si era dedicato in modo particolare Paolo Manfrini, all’epoca direttore delle relazioni esterne della società, in rete con il Mart, la Provincia e in particolare l’assessorato all’urbanistica, il centro audiovisivi Format e il nucleo elicotteri grazie al quale era stato possibile effettuare le fotografie e le riprese dall’alto delle montagne.
«Ci ha fatto molto piacere - afferma Maurizio Rossini, CEO di Trentino Marketing - sapere che, anche a distanza di anni, questa idea di Paolo Manfrini, interpretata da un grande fotografo, continua a rivelarsi attuale e a conservare un’originalità e una freschezza culturale che hanno sempre caratterizzato i suoi progetti più importanti».
Lontana da una dimensione puramente documentaristica, la fotografia di Barbieri propone una visione monumentale (e attuale) delle montagne dolomitiche, grazie a un sapiente uso della profondità di campo. La scelta di un linguaggio visivo avvincente sia sul piano estetico che contenutistico è l’elemento che ha conquistato la giuria del Premio presieduta da Denis Curti – tra i più importanti curatori a livello europeo – e composta da Mario Calabresi, Nathalie Herschdorfer, Andréa Holzherr, Susanna Tamaro e Stefano Illing.